Amianto nello stabile di Viale Ciamarra a Roma, a rischio la salute di militari e civili

Lo scorso 6 febbraio, a firma del generale Ricciardi, è stata infatti inviata una circolare in cui si avvertiva il personale di stanza (circa 100 unità) presso gli uffici dell’ ex Comando Unità Tutela Forestale del CFS, ora passato all’Arma dei Carabinieri, ambientale e agroalimentare di Roma, di viale Ciamarra, di prestare massima attenzione affinché non si venisse in contatto diretto con potenziali fibre di amianto, di cui l’intero edificio risulta a tutt’oggi essere inquinato.

Dopo anni di inadeguatezza nel rispetto della tutela del personale alle dipendenze dell’ Agenzia delle Entrate e del Corpo Forestale dello Stato, pretendiamo che quantomeno l’ Arma dei Carabinieri si faccia carico del trasferimento immediato di tutto il personale che ancora occupa lo stabile.

Amianto ovunque: nei pavimenti, negli intonaci e nei cavedi delle tubazioni dell’impianto di climatizzazione. Ma prima ancora della circolare c’erano state altre avvisaglie. Come la lettera agenzia Entrate del 2/2/17 nella quale si precisava che “le analisi sui campioni ivi prelevati ne hanno riscontrato la presenza (amianto) nella pavimentazione vinilica” e successive più approfondite analisi ne hanno rilevato la presenza di FAV-Fibre Artificiali Vetrose-H351, potenzialmente pericolose, nell’intonaco intumescente a protezione delle travi e dei pilastri costituenti la struttura portante della Torre B e nei cavedi delle tubazioni idriche dell’impianto di climatizzazione poste nelle Torri A e C”. Ergo: l’agenzia delle Entrate conferma la presenza di tali nocive fibre.

Per questo i deputati del M5S, guidati dalla portavoce Tatiana Basilio e da Massimiliano Bernini, subito dopo, il 20 febbraio, hanno effettuato un sopralluogo presso l’immobile. Durante tale sopralluogo è emerso che il Ministero delle Politiche Agricole nel Febbraio 2012 aveva commissionato una perizia che ha dato esito negativo relativamente alla presenza di amianto. Tale perizia, però, era stata effettuata su un campione di pavimentazione di appena 4cm x 4cm (la perizia è stata prodotta in copia durante la visita).

Quindi non ci siamo voluti fermare. E dopo altri sopralluoghi, presso il Comando Unità Tutele Ambientali e Forestali in via Carducci, alla presenza del Gen.Ricciardi, e un incontro effettuato il il 7 marzo presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri alla presenza del Capo di Stato Maggiore Gen.Maruccia e del Gen.Della Gala, abbiamo sollecitato il tema.

Com’è possibile che i nostri militari si trovino ad operare in un sito dove c’è grande quantità di amianto? Chi tutela la loro salute? Perché il governo e le autorità competenti continuano a restare in silenzio nonostante gli atti parlamentari depositati con i quali si chiede contezza?

Infatti, ad oggi non è ancora pervenuta nessuna comunicazione ufficiale relativamente agli esiti di tali perizie, ma la portavoce Tatiana Basilio chiede come sia possibile tenere in questi uffici ancora una centinaio di persone a lavorare quando gli esiti delle analisi hanno confermato la presenza di amianto in forma solida, nella pavimentazione, nei rivestimenti degli impianti all’ interno dei cavedi. Non si può pensare che dei dipendenti a servizio dello Stato, stiano ancora occupando i loro posti di lavoro nelle scrivanie di Viale Ciamarra, è pericoloso per la loro salute.

Infine, ma non meno importane, la nostra forte preoccupazione è rivolta alle centinaia di persone che hanno lavorato nel corso dei decenni passati alle dipendenze dell’ Agenzia delle Entrate, ente che da alcuni mesi ha già confermato la presenza di amianto in tale stabile.
Le nostre richieste sono chiare:
1) Sgombero immediato del personale in servizio rimasto nell’edificio.
2) Esami sanitari (secondo i protocolli previsti dalle normative) sul personale attualmente in servizio, sul personale ex-CFS trasferito in altre sedi e su tutto il personale che ha lavorato in quello stabile (anche Agenzia delle Entrate).
3) Esami sanitari anche su tutti gli operai che, a seguito dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, potrebbero essere stati esposti a rischi per la salute.
4) Verifica sul procedimento di dismissione dell’immobile (fondo FIP), che, allo stato, risulta essere “in trattativa”.
5) Coinvolgimento da parte del Ministero degli Enti Territoriali competenti e dei Comitati di Quartiere, per garantire la massima trasparenza e informazione.
Roma 15/3/2017

E’ il momento di mettere fine a questa storia e tutelare la salute dei nostri uomini e donne.